Artigianato abruzzese: la festa degli antichi mestieri a Pescocostanzo
La storia del borgo di Pescocostanzo abbraccia quella dell’artigianato abruzzese. Nel cuore del Parco Nazionale della Majella, in provincia de L’Aquila, Pescocostanzo regala emozioni legate alla nostalgia dei tempi andati e allo stupore. Ancora oggi, nel magnifico borgo, gli artigiani lavorano la filigrana, il ferro battuto, il merletto a tombolo. Tant’è che tra la prima e la seconda settimana di settembre c’è la “Festa degli antichi mestieri”, in cui i mestieri ormai patrimonio di pochi tornano a rianimare Pescocostanzo. Tante attività andate perdute, come l’acquaiolo, la merlettaia, il calzolaio, l’erborista, il pastore, il canestraio…non mancano le danze popolari, le degustazioni enogastronomiche e il corteo dei figuranti in abiti tradizionali, che rievocano la visita della Marchesa Vittoria Colonna nel borgo nel 1535.
Scopriamo insieme l’artigianato di Pescocostanzo:
Il merletto a tombolo
A Palazzo Fanzago, nella Piazza del Municipio, c’è il Museo del Merletto a Tombolo, tradizione secolare di Pescocostanzo. Si narra che nel XV secolo gli artigiani lombardi furono chiamati a realizzare l’architettura del borgo: con molta probabilità portarono con sé le famiglie, che insegnarono alle donne del luogo l’arte del merletto a tombolo. Ancora oggi a Pescocostanzo alle bambine viene insegnata questa antica arte.
La filigrana
Risale al 1748 il primo riferimento all’attività orafa a Pescocostanzo. Una tradizione artigiana abruzzese che si ammira anche nei borghi di Sulmona, Guardiagrele, Scanno. Tra le lavorazioni più tipiche in filigrana ci sono spille, orecchini, pendenti. Il più tradizionale ciondolo in filigrana è la presentosa: un pendente in filigrana d’oro a forma di stella, con due cuori al centro, simbolo di fedeltà e amore eterno.
Il ferro battuto
Ringhiere, lampadari, cancelli…rigorosamente in ferro battuto. A Pescocostanzo, l’arte della lavorazione del ferro battuto ha origini antichissime, sin dai tempi delle popolazioni italiche. Un esempio di lavorazione del è la costruzione del cancello in ferro che chiude la Cappella Collegiata. Santo di Rocco è ritenuto il fautore di questa costruzione, eseguita tra il 1699 e il 1705 e completata dal nipote nel 1717. Figure angeliche e mostruose, arabeschi di foglie, putti, sormontano la recinzione e testimoniano la maestria della lavorazione dei metalli.
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